Carte da gioco indiane |
Le carte, considerate un'evoluzione del domino hanno sempre avuto una forma rettangolare, tranne in India dove tradizionalmente hanno una forma rotonda e ancora tutt'oggi la mantengono. Quindi si può fare una prima classificazione guardando la loro forma ma questo non è sufficiente. Nel corso della storia sono state create moltissime varietà di carte che si differenziano sia per le figure che riportano che per i mazzi che devono andare a comporre, ma per capire meglio bisogna vedere la loro storia e la loro diffusione.
Si ipotizza che le carte da gioco nacquero in Cina attorno al X secolo dC. Si trattava probabilmente di un'evoluzione delle tessere da domino. Qualche secolo dopo, le carte da gioco erano in uso presso gli Arabi, ed entro breve tempo si diffusero anche al mondo occidentale.
Arrivarono in Europa infatti grazie agli scambi commerciali e culturali che le popolazioni mediterranee avevano con la civiltà araba, in particolare coi Mamelucchi che occupavano le coste dell'Africa settentrionale. Le carte mamelucche contavano 4 semi, 10 carte da 1 a 10 per ogni seme, più tre figure: re, viceré e secondo viceré. Tali carte non raffiguravano i personaggi relativi come figure umane, nel rispetto della tradizione islamica, ma indicavano solo il nome di ciascun valore alla base.
Dalle strette relazioni commerciali si inizio in Italia, nella prima metà del '400, a produrre il tarocco; ma è in Spagna che, con circa 50 anni di anticipo, le comuni carte da gioco comparvero per la prima volta in occidente.
In Spagna la composizione rimase quasi inalterata; si perse l'uso del 10, per cui il mazzo scese dalle originali 52 carte moresche alle 48 locali. Un'altra modifica fu l'introduzione dei personaggi illustrati, anziché descritti mediante una didascalia alla base della carta, ciò che le rese più facilmente riconoscibili. In Spagna le carte furono chiamate naibes o naipes, un termine di etimologia araba. Mazzi di carte con una composizione analoga erano noti anche in Italia, dove venivano detti naibi.
Ritornando ai tarocchi, questi furono ideati nel nord Italia, molto probabilmente unendo le carte dei semi di origine moresca, cioè i naibi, ad un gruppo di 22 soggetti illustrati di origine locale, ed aggiungendo alle tre figure originali, tutte maschili, un personaggio di sesso femminile, e in alcune edizioni antiche anche più d'uno.
Il mazzo così ottenuto venne presto denominato carte da trionfi, un nome probabilmente ispirato all'omonimo poemetto di Petrarca, che era anche quello del gioco praticato con tali carte. Il termine tarocco fu introdotto in seguito, dato che non se ne trova menzione in letteratura se non dagli inizi del XVI secolo.
Penetrazione e diffusione delle carte da gioco in europa nel XV secolo |
Il risultato di tutto questo processo è stato:
- Nel nord Italia si usa tanto il sistema a 52 carte (valori da 1 a 10, e tre figure) che quello a 40 carte (valori da 1 a 7, e tre figure);
- In Italia centrale e meridionale si usano 40 carte;
- In Spagna si usano mazzi sia a 40 che a 48 carte (quest'ultimo tipo ha valori dall'1 al 9);
- Anche in Portogallo ora si usa un mazzo a 40 carte, ma un po' diverso da quello spagnolo: ha valori dall'1 all'8 (ma senza il 7), e tre figure;
- In molte aree europee centrali e settentrionali, come la Francia, la Germania, i Paesi Bassi, l'Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Croazia, si usano solitamente 32 carte, che cominciano dall'1 (quelle francesi) o dal 2 (se a semi tedeschi), e poi dal 7 al 10, più tre figure.
- In Germania meridionale, Austria e Svizzera si usano 36 carte.
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